"Poverty in the world is an artificial creation.
It doesn't belong to human civilization." M. Yunus

mercoledì 20 marzo 2013

Una vita che non scrivo, in helvetica, ovvio. Ma da qualche parte bisogna pur ricominciare. Cosí, tanto per spezzare il ghiaccio. Partiamo dalle letture in progress:
Maria Pace Ottieri, Raggiungere l´ultimo uomo
Antonio Ingroia, Io so
Alessandro Baricco, I Barbari
Sri K. Pattabhi Jois, Astanga Yoga
Non in quest´ordine ma ad ognuno un suo perché: l´ideale, la ragione, il sentimento, lo spirito. 


 


mercoledì 30 maggio 2012

lunedì 30 aprile 2012

Il Grillo per la testa

by Giulio Cavalli

Ora il gioco sarà quello solito del gridare al ciarlatano per demolirne i contenuti. E’ il meccanismo per niente dolce della politica e delle sue regole e mi interessa poco. Però Grillo ha detto una cialtroneria di proporzioni mostruose. Le repliche sdegnate dei famigliari di vittime di mafia sono il minimo che si potesse aspettare. Ma mi lascia ancora più perplesso la reazione del candidato del Movimento 5 stelle: “Ancora una volta – ha detto Nuti – abbiamo avuto la conferma che ci sono mezzi di ‘informazione’ che tentano solo di denigrare il Movimento. Beppe Grillo nei suoi interventi utilizza spesso dei paradossi ed estrapolare una frase dal contesto è pretestuoso oltre che ridicolo: la dichiarazione che alcuni hanno contestato, fa infatti parte di un ragionamento molto più ampio e complesso. D’altra parte le nostre azioni parlano chiaro, essendo certi che le mafie siano il cancro che strangola l’economia legale e priva i cittadini di diritti e libertà.” E la erpica, come si dice in gergo, è una cagata pazzesca. Perché la frase pronunciata è ben contestualizzata nei molti video che circolano in rete, perché essere fraintesi dopo gli ultimi anni politici fa sorridere e perché questa regolare scusa del paradosso ci trasporta subito all’antimafia burlesque.

http://bcove.me/n5kfw7gj

domenica 29 aprile 2012

Escravidão no Brasil



Em poucos dias, o Congresso pode votar uma histórica reforma constitucional que puniria fazendeiros que mantenham escravos e confiscaria suas terras para reforma agrária. É a legislação mais forte que já propuseram para lutar contra o flagelo do trabalho escravo no Brasil.

É inaceitável que no século 21 o horror da escravidão ainda assombra todos os cantos do país -- à medida que centenas de milhares pessoas são escravizadas atualmente. No mês passado, adultos e crianças escravizadas foram resgatados de uma fazenda cujo proprietário era um deputado estadual! Eles estavam praticamente morrendo de fome, morando em pequenas barracas e bebendo da mesma água suja que as vacas e outros animais.

Agora é hora de agir. Nosso protesto em todo o país pode forçar o Congresso a fazer os donos de fazenda pagarem o preço por torturarem ou escravizarem seus concidadãos. Clique abaixo para se juntar e construir um protesto ensurdecedor antes da Avaaz se reunir pessoalmente com o Presidente da Câmara dos Deputados, Marco Maia, para entregar nossa mensagem:

http://www.avaaz.org/po/stop_slavery_in_brazil_a/?vl


Os livros escolares nos ensinam que a escravidão foi abolida há 124 anos pela princesa Isabel, mas a verdade é que mesmo hoje em dia há pessoas que vivem na escravidão -- os mais pobres de nós são levados a acreditar em empregos prósperos, mas acabam arriscando suas vidas em plantações de cana-de-açúcar, carvoarias, criação de gado, prostituição e outras atividades. Muitas vezes eles são literalmente forçados a trabalhar com uma arma apontada para suas cabeças.

Uma chave para acabar com a escravidão está prestes a ser entregue ao Congresso
. Vamos abafar o lobby dos ruralistas, que querem acabar com essa PEC, e aumentar o coro retumbante para derrotar o vergonhoso mercado da escravidão do Brasil de uma vez por todas. Assine a petição e encaminhe para todos:

http://www.avaaz.org/po/stop_slavery_in_brazil_a/?vl


Cada vez mais, vemos que o poder popular pode fazer o impossível. A escravidão é uma crise que afeta todo o planeta e temos uma chance de encabeçar a abolição. O Congresso deu o primeiro passo, agora podemos ajudar a todos nós a alcançar um Brasil livre de escravos.


Mais informações:

Governo quer votar PEC do Trabalho Escravo até 13 de maio (Rede Brasil Atual)
http://www.redebrasilatual.com.br/temas/politica/2012/03/governo-quer-votar-pec-do-trabalho-escravo-ate-13-de-maio


Governo pede agilidade na votação de projeto sobre trabalho escravo (Folha de São Paulo)
http://www1.folha.uol.com.br/poder/1061665-governo-pede-agilidade-na-votacao-de-projeto-sobre-trabalho-escravo.shtml


Crianças bebiam água do gado em fazenda de deputado flagrada com escravos (Repórter Brasil)
http://www.reporterbrasil.org.br/exibe.php?id=2040


Comissão: 40 mil foram resgatados da escravidão no Brasil desde 1995 (Terra)
http://noticias.terra.com.br/brasil/noticias/0,,OI5718577-EI306,00-Comissao+mil+foram+resgatados+da+escravidao+no+Brasil+desde.html


PEC do trabalho escravo é prioridade para governo (Congresso em Foco)
http://congressoemfoco.uol.com.br/noticias/reportagens-especiais/pec-do-trabalho-escravo-e-prioridade-para-governo/


Debate da PEC 438/2001 contra o Trabalho Escravo (e-Democracia)
http://edemocracia.camara.gov.br/web/contra-o-trabalho-escravo/inicio

venerdì 27 aprile 2012

MANIFESTO ECONOMICO PER L'ITALIA

di Eugenio Benetazzo

In questi ultimi tre anni ho avuto il privilegio di poter visitare tutte le regioni italiane, tranne ancora la Sardegna, di conoscere con approfondimento le problematiche e le peculiarità legate al territorio, di confrontarmi con forze sociali ed organizzazioni produttive, di ricevere un determinato feedback da studenti universitari, pensionati, lavoratori occasionali, di essere invitato in qualità di relatore da enti locali ed istituti scolastici superiori, così facendo ho cumulato un bagaglio di proposte, di modifiche, di migliorie, di cambiamenti da attuare nel nostro paese sulla base delle aspettative e desideri di milioni di italiani.

Molti lettori che mi seguono attraverso il mio portale sulla rete o il mio canale di videoinformazione su YouTube mi hanno più volte invitato a redigere una sorta di formulario, di vademecum, di proposta non politica ma di politica economica volta al rilancio del nostro paese e di quelle potenzialità ancora inespresse per ragioni che abbiamo affrontato fino a prima.  Studiando in profondità il modello economico di altri paesi e i loro punti di forza, ho sviluppato quello che ho definito il "Manifesto Economico per l'Italia" ovvero un programma di interventi di portata economica rilevante con lo scopo di dare al nostro paese quella marcia in più che dovrebbe avere.

Non si tratta di un programma politico che necessiterebbe di maggior approfondimento e di soluzioni per determinate aree strategiche del paese (energia, previdenza, sanità, immigrazione, giustizia, trasporti, difesa), ma di un insieme di riforme sul piano economico facilmente e velocemente implementabili da qualsiasi forza di governo con lo scopo di generare sia nuove voci di entrata sia di contenere il costo dell'amministrazione pubblica.

Rappresentanza popolare: abbattimento coatto del 75 % degli emolumenti e compensi ad europarlamentari, parlamentari, consiglieri regionali e comunali; congelamento ed abolizione delle pensioni di anzianità legislativa con effetto retroattivo; dimezzamento del numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali (indennità corrisposte solo sulla effettiva presenza nelle attività consiliari).
Accorpamento amministrativo: i Comuni continueranno a mantenere la loro identità geografica, ma vi sarà un unico apparato amministrativo, sindaco e giunta compresi, per  comprensori urbani con un bacino di 25.000 abitanti. Abolizione di tutte le province in qualità di enti amministrativi, fatta eccezione per le aree metropolitane.

Sovranità monetaria: istituzione di Banca Stato Italia, ente pubblico interamente detenuto dal Ministero del Tesoro, autorizzato dal Parlamento ad emettere moneta in nome e per conto della popolazione italiana a fronte di esigenze e finalità di natura socioeconomica o di investimenti infrastrutturali. Abbandono dell'euro, con il ripristino della nuova lira italiana  e conseguente definizione di un sistema monetario a doppia circolazione valutaria. Tasso di sconto ed offerta monetaria, entrambe variabili macroeconomiche stabilite esclusivamente dal Ministero del Tesoro e dal Ministero delle Finanze in accordo con le linee guida della Politica Sociale per il Paese.

Tassazione della prostituzione: istituzione di un'aliquota unica con regolamentazione della figura professionale e dei relativi obblighi ed adempimenti sia fiscali che sanitari. 

Embargo commerciale:  istituzione di dazi doganali di sbarramento all’ingresso per i prodotti confezionati, assemblati e realizzati al di fuori dell'Unione Europea, in particolar modo per quelli alimentari.

Abolizione delle tariffe minime:  per i liberi professionisti iscritti agli Albi Professionali.

Tassazione della Salute: istituzione della Tassa sulla Salute che colpisce inversamente il reddito dei contribuenti in rapporto a determinate abitudini alimentari e stili di vita (alcol, fumo, droga, abuso di grassi animali e vita sedentaria).

Nuova fiscalità diffusa: detrazione integrale dall'imponibile di tutte le spese ordinarie e straordinarie riguardanti l'amministrazione e la gestione della casa, la fruizione di un mezzo di trasporto (auto e motocicli), oltre a qualsiasi prestazione medica privata. Detassazione degli utili aziendali reinvestiti per l'ammodernamento o l'ampliamento delle linee produttive e/o il miglioramento delle competenze delle risorse umane.

Mutuo sociale: istituzione del Mutuo Sociale per l’acquisto integrale della prima casa. L’immobile che si è deciso di acquistare viene acquisito e diviene proprietà dell’Istituto del Mutuo Sociale S.p.A. (holding immobiliare integralmente a capitale pubblico). Le rate mensili vengono calcolate applicando un tasso fisso di cortesia in relazione alla durata ed alla capacità di rimborso di ogni contribuente. Al termine del periodo di ammortamento l’immobile viene trasferito d’ufficio in proprietà al contribuente senza l’applicazione di alcun onere o tassa. 

No tax area: individuazione e definizione delle no tax area (distretti industriali) nelle seguenti regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Molise con totale esenzione del pagamento di imposte dirette per un arco di tempo di 25 anni ad aziende con insediamenti industriali con più di 250 dipendenti assunti a tempo indeterminato.

giovedì 12 aprile 2012

Terzomondismi

In Senegal, l'ex cantante Youssuon N'Dour è la figura di spicco del nuovo governo. 

Il neo presidente, Macky Sall, gli ha affidato il  Ministero della Cultura e del Turismo.
Per assumere l'incarico N'Dour dovrà rinunciare temporaneamente alla direzione del suo gruppo industriale Futures Mèdias, che comprende un canale televisivo, un giornale e una radio.

La vergogna cresce assieme a quella voglia di comprare una mazza da baseball, come mi ha suggerito un amico proprio stamattina.

lunedì 27 febbraio 2012

Madiba

La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati...
La nostra paura più grande è che noi siamo potenti al di là di ogni misura.
E' la nostra luce, non il nostro buio ciò che ci spaventa.
Ci domandiamo: chi sono io per essere brillante, magnifico, pieno di talento, favoloso?
In realtà, chi sei tu per non esserlo? Tu sei un figlio di Dio.
Il tuo giocare a sminuirti non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato nel rimpicciolirsi in modo che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Noi siamo fatti per risplendere come fanno i bambini.
Noi siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell'universo che è in noi.
Non solo in alcuni di noi, è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsciamente, diamo alle altre persone il permesso di fare la stessa cosa.
Quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.

Nelson Mandela
Primo presidente nero del Sudafrica
Premio Nobel per la Pace 1994
E molto, molto altro.
 

martedì 14 febbraio 2012

L'amore non è guardarsi negli occhi ma guardare nella stessa direzione.

Muere lentamente
quien se transforma en esclavo del hábito, repitiendo todos los días los mismos trayectos,
quien no cambia de marca, no arriesga vestir un color nuevo y no le habla a quien no conoce.
Muere lentamente
quien evita una pasión, quien prefiere el negro sobre blanco y los puntos sobre las "íes" a un remolino de emociones, justamente las que rescatan el brillo de los ojos, sonrisas de los bostezos,
corazones a los tropiezos y sentimientos.
Muere lentamente
quien no voltea la mesa, cuando está infeliz en el trabajo,
quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño,
quien no se permite por lo menos una vez en la vida, huir de los consejos sensatos.
Muere lentamente quien no viaja,
quien no lee, quien no oye música,
quien no encuentra gracia en sí mismo.
Muere lentamente
quien destruye su amor propio, quien no se deja ayudar.
Muere lentamente,
quien pasa los días quejándose de su mala suerte o de la lluvia incesante.
Muere lentamente,
quien abandona un proyecto antes de iniciarlo, no preguntando de un asunto que desconoce o no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe.
Evitemos la muerte en suaves cuotas, recordando siempre que estar vivo
exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar.
Solamente la ardiente paciencia hará que conquistemos una espléndida felicidad.

mercoledì 1 febbraio 2012

martedì 11 ottobre 2011

Firmiamo contro la legge bavaglio: Avaaz

Cari amici in Italia, 
non abbiamo tempo da perdere! Nel giro di 48 ore il Parlamento deciderà se approvare l'antidemocratica legge bavaglio. Ma due parlamentari potrebbero fare la differenza: Claudio Scajola e Beppe Pisanu.

Gli ex ministri Scajola e Pisanu stanno guidando la rivolta nel partito di Berlusconi e il voto è sul filo del rasoio: 10 parlamentari possono cambiare le sue sorti e gli addetti ai lavori dicono che sono almeno una dozzina quelli pronti ad abbandonare la nave di Berlusconi ora che sta per affondare. Se saremo bravi a farci sentire quanto basta, potremmo convincere questi parlamentari a uscire dal gruppo ora, salvare l'Italia da una legge bavaglio liberticida e aiutare a mettere fine alla morsa di potere di Berlusconi sul nostro paese.

Solo alcuni giorni fa sembrava cosa ormai fatta che Berlusconi avrebbe serrato i ranghi della sua maggioranza, ottenendo così una vittoria sicura. Ora si è aperto uno spiraglio di cambiamento e ci rimangono solo 2 giorni per inondare Scajola e Pisanu di messaggi urgenti per votare contro la legge bavaglio e proteggere così la libertà di stampa e il potere giudiziario. Clicca sotto per inviare ora il messaggio, che finirà dritto nelle loro caselle e-mail, e inoltra questa campagna a tutti:

http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_sam/?vl

La scorsa settimana in meno di 48 ore 200.000 di noi hanno agito contro il bavaglio e tutti i principali giornali ne hanno parlato. Ora siamo oltre 600.000 a chiedere al Parlamento di accantonare questa legge e di proteggere il nostro diritto ad essere informati. Ma questo potrebbe non essere abbastanza: dobbiamo dividere la maggioranza di Berlusconi ora per vincere una volta per tutte.

E' paradossale, ma potrebbe essere per merito dei vecchi amici di Berlusconi se questo accadrà. Sia Scajola che Pisanu sono consapevoli che la loro carriera politica è in ballo e che potrebbe finire per sempre se decideranno di rimanere con lui. Stanno organizzando un gruppo di parlamentari del Pdl (i giornali li attestano fra i 10 e i 40) per lasciare il partito. Ma potrebbero decidere di posticipare la guerra interna al partito alla fine del mese, o anche più in là. Sta a noi far sì che questa rottura avvenga prima del voto del bavaglio.

Soltanto un'ondata di pressione pubblica può convincerli che continuare a stare dalla parte del Premier mentre attacca la nostra democrazia con la legge bavaglio equivarrebbe a un suicidio politico, visto che la maggioranza dell'opinione pubblica li vedrebbe come complici di un nuovo capitolo buio di impunità e di menzogne della storia italiana.

Ci rimangono 48 ore: chiediamo a Scajola e a Pisanu di mettersi dalla parte giusta della storia, di mobilitare un'opposizione sufficiente per sconfiggere la legge bavaglio e di aiutare l'Italia a liberarsi del fallimento dell'era berlusconiana. Manda il tuo messaggio ora e fai il passaparola con tutti i tuoi amici:

http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_sam/?vl

Qualche volta si ha l'impressione che la corruzione politica sia talmente annidata nel nostro sistema che sconfiggerla sia impossibile. Ma quando nell'oscurità appare uno spiraglio di luce e le nostre voci si uniscono per reclamare i nostri diritti, diventiamo più forti di qualunque politico in malafede o di qualunque lobby. Questo accade sempre più spesso con questo movimento. Ora siamo davanti a un bivio cruciale per la democrazia italiana e per il futuro dei nostri figli e nipoti. Aiutiamo a voltare pagina e a cominciare un nuovo capitolo di speranza, e facciamo tutto quello che possiamo per difendere le nostre libertà e per ripulire il nostro sistema politico.

Con determinazione,

Giulia, Luis, Alice, Ricken, Pascal, Benjamin e il resto del team di Avaaz

Più informazioni:

Corriere della Sera - Scajola-Pdl, sfida sui deputati incerti
http://www.corriere.it/politica/11_ottobre_10/scajola-pdl-sfida-deputati-incerti-trocino_9545c0be-f302-11e0-9003-e42e185dfd5a.shtml

La Repubblica - La fronda dei 45 parlamentari fra incontri segreti e raccolta di firme
http://www.repubblica.it/politica/2011/10/07/news/la_fronda_dei_45_parlamentari_fra_incontri_segreti_e_raccolta_di_firme-22832734/?ref=HRER1-1

La Stampa - Le centinaia di migliaia di firme di Avaaz in piazza contro il bavaglio
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/in-italia/lstp/85628/

El Pais - La petizione di Avaaz finisce anche sul quotidiano spagnolo
http://internacional.elpais.com/internacional/2011/10/05/actualidad/1317837276_018392.html

Il Fatto quotidiano - Quello che non avremmo mai saputo: metti il bunga bunga col bavaglio
http://groups.google.com/group/it.politica/browse_thread/thread/18c97b16e817a70b?pli=1

giovedì 1 settembre 2011

Internet is free. Internet is freedom. Internet is freedom of speech.

Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60.
Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta.
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE...?!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.
Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (?!) fra le classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta (come non mi piace questo termine).
In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
L'Italia è l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) abbia citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.
Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi  di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a controllare.
Svegliamo le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.

Fonte: Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani http://www.perlapace.it/

mercoledì 24 agosto 2011

Shimbalaiè

Shimbalaiè è una parola dai connotati religiosi di origine africana.
In genere è una richiesta di protezione e buon auspicio.

Don't wait to find solid ground.  Dance in emptiness.


venerdì 19 agosto 2011

Free Tibet

Il 15 agosto Tsewang Norbu, un monaco 29enne del monastero di Nyitso della prefettura di Kardze (tradizionalmente parte della regione del Tibet conosciuta come Kham) è morto dopo essersi dato fuoco per protesta contro il governo cinese.

Verso mezzogiorno Tsewang è andato sul ponte nel centro della cittadina di Tawu, nella prefettura autonoma di Kardze della provincia del Sichuan. Ha cominciato a gridare slogan inneggianti alla libertà del Tibet e al ritorno del Dalai Lama a Lhasa, la ex capitale del Tibet, che fino al 1951 era uno stato sostanzialmente autonomo e indipendente. Dopo una decina di minuti ha bevuto petrolio, se ne è cosparso il corpo e si è dato fuoco, trasformandosi immediatamente in una torcia umana e morendo subito dopo.

Tsering Woeser, la poetessa e blogger buddhista di padre cinese di etnia han e madre tibetana, che vive a Beijing e tiene un blog considerato una preziosa fonte di informazione indipendente sulla Cina, ha scritto su Twitter: “Tsewang ha lanciato dei volantini e gridato slogan, chiedendo libertà per il Tibet e il ritorno di Sua Santità il Dalai Lama”. E ancora: “Dopo dieci minuti si è immolato sulla strada principale per Beijing ed è morto sul posto”. Stando alla Woeser, i monaci di Nyitso hanno portato via il corpo per celebrare i riti funerari ma i soldati cinesi hanno cercato di strapparglielo via.

Sembra che il gesto disperato di Tsewang sia dovuto alle nuove restrizioni politiche e religiose imposte dalla Cina nella regione, e in particolare nella contea di Tawu. Il 16 marzo scorso si era dato fuoco Phuntsog, un monaco di 20 anni del monastero di Kirti, nella contea di Amdo Ngaba a circa 200 chilometri da Tawu, per commemorare la manifestazione del 2009 di monaci e laici durante la quale, a causa della repressione, molti erano stati uccisi. Fra questi una donna incinta, una studentessa di 16 anni e un bambino di 5. Da allora le autorità cinesi hanno dato il via a una nuova ondata di arresti, controlli e sessioni di “rieducazione” forzata.

Il 6 luglio scorso oltre 10.000 persone fra laici e monaci si sono riunite per celebrare il 76esimo compleanno del Dalai Lama. La macchina repressiva si è fatta subito sentire. I rituali previsti non sono stati portati a compimento e, come punizione per aver indetto l’evento, al monastero di Nyitso è stata tagliata l’acqua corrente e l’elettricità per una settimana. Un episodio ancora più grave è accaduto il 10 agosto quando Thinlay, un prigioniero politico tibetano arrestato nell’aprile 2009 per aver distribuito manifestini inneggianti la libertà del Tibet, è morto a causa delle torture subite durante sette mesi di detenzione. In questo periodo sembra sia stato torturato e picchiato duramente anche sulla testa e abbia riportato danni che gli hanno causato gravi disturbi psicologici, di cui ha continuato a soffrire fino alla morte.

Specie da quando è scoppiata la protesta di Lhasa del 2008, i monasteri buddhisti maschili e femminili della Regione Autonoma del Tibet devono affrontare restrizioni delle libertà civili via via maggiori da parte delle autorità cinesi. Chemi Tenzin, un monaco nativo di Tawu appartenente al monastero di Ganden, uno dei tre grandi centri di studio del buddhismo tibetano della scuola Gelugpa distrutto completamente nel 1959 e ristabilitosi in Karnataka, nell’India meridionale, ha detto che “le autorità cinesi hanno tagliato acqua ed elettricità ai monasteri di Nyitso sin dalle celebrazioni per il compleanno del Dalai Lama. Dopo la morte di Tsewang la Cina ha intensificato i controlli e ha circondato il monastero, mettendo i monaci in una situazione di grave pericolo”.

L’agenzia ufficiale del governo cinese, Xinhua, ha riportato che un monaco si è dato fuoco ma “non è chiaro perché si sia bruciato”. Stephanie Brigden, direttore dell’organizzazione Free Tibet di Londra, ha dichiarato: “Siamo molto preoccupati per quello che potrebbe succedere a Tawu. Nelle ultime ore le linee telefoniche sono state tagliate, gli Internet caffè sono stati chiusi […] e l’esercito ha circondato il monastero”.

Anche il neo primo ministro del governo del Tibet in esilio Lobsang Sangay ha dichiarato su The New York Times, in un editoriale dal signficativo titolo “Il mito del paradiso socialista”, che la morte di Tsewang Norbu, che ha definito “la seconda auto immolazione di quest’anno”, è “una testimonianza sulla continua repressione della Cina e sulla continua resistenza dei tibetani.” Ha detto di non incoraggiare le proteste ma che è suo “sacro dovere sostenere i coraggiosi compatrioti senza voce”.

Il suicidio tramite il fuoco è una pratica storicamente attestata in Asia ed è considerata una testimonianza resa per attrarre l’attenzione su un certo problema e, soprattutto, per punire moralmente chi ha costretto la persona a commettere quel gesto. Tsewang ha certamente attirato l’attenzione sulla situazione dei tibetani in Cina ma, stando al rapporto 2011 di Amnesty International, i diritti umani e civili di tibetani, uiguri, mongoli e altre minoranze etniche del paese sono sistematicamente violati. Chi sa se il governo cinese si sente moralmente colpevole del sacrificio di Tsewang.

mercoledì 17 agosto 2011

Amazzonia calling

 Incredibile! Oltre 740.000 di noi hanno firmato la petizione: raggiungiamo 1 milione prima dei cortei in difesa delle foreste che si terranno in tutto il Brasile. Inoltra questa e-mail a tutti!
Cari amici,


La foresta amazzonica è a rischio. Il Senato brasiliano sta per adottare una legge che metterebbe in serio pericolo la protezione di questo tesoro globale. Ma fra 4 giorni le popolazioni indigene marceranno in tutto il Brasile per opporsi alla sua distruzione. Mettiamoci dalla loro parte e uniamoci a questa marcia globale per salvare l’Amazzonia.
L'Amazzonia è in serio pericolo: il Brasile sta per cancellare le leggi che tutelano le foreste. Se non agiremo immediatamente la gran parte del polmone verde del nostro pianeta potrebbe essere distrutta.

Questa minaccia all'Amazzonia ha scatenato un'indignazione diffusa e manifestazioni in tutto il paese. Nel tentativo di soffocare le proteste teppisti armati, probabilmente commissionati dai taglialegna, hanno ucciso alcuni ambientalisti. Ma il movimento di protesta non si è fermato: fra 4 giorni le coraggiose popolazioni indigene guideranno enormi cortei in tutto il Brasile per chiedere di agire immediatamente e fonti interne dicono che la Presidente Dilma sta considerando di apporre il suo veto ai cambiamenti.

Il 79% dei brasiliani è in favore di un veto contro la modifica delle leggi sulle foreste, e la pressione all'interno del paese sta convincendo parte dell'amministrazione di Dilma a sostenere il veto. Ma occorre un appello globale in solidarietà con il popolo brasiliano per convincere veramente Dilma a prendere questa decisione. La nostra petizione globale sarà rappresentata su dei cartelloni alla testa dei cortei in difesa dell'Amazzonia. Raggiungiamo 1 milione di firme per SALVARE L'AMAZZONIA! Firma la petizione urgente sotto e inoltrala a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_amazon_a/?vl

Tutti noi amiamo il Brasile! Il sole, la musica, il ballo, il calcio, la natura: è un paese che affascina milioni di persone in tutto il mondo. Questo è il motivo per cui il Brasile ospiterà la prossima Coppa del mondo, le Olimpiadi del 2016 e il vertice sulla terra del prossimo anno, un incontro che potrebbe fermare la morte lenta del nostro pianeta.

E tutta questa nostra passione per il paese non è ingiustificata: l'Amazzonia è fondamentale per la vita sulla terra, visto che ben il 20% del nostro ossigeno e un quinto dell'acqua dolce di tutto il mondo provengono dalle sue magnifiche foreste pluviali. E' per questo che è cruciale che tutti noi la proteggiamo.

Ma il Brasile è un paese che sta crescendo a ritmi da record, nel tentativo di far uscire dalla povertà decine di milioni di persone, e la pressione in favore della deforestazione e dell'estrazione di minerali è molto forte. Ed è questo il motivo per cui il paese sta per abbandonare ora la protezione dell'ambiente. Gli attivisti del posto sono stati uccisi, minacciati e fatti tacere, e ora sta ai membri di Avaaz di tutto il mondo mettersi dalla parte dei brasiliani e chiedere ai politici brasiliani di essere coraggiosi.

Molti di noi hanno visto nei propri paesi come sia la natura a pagare le conseguenze della crescita economica, e l'acqua e l'aria sono sempre più inquinate e le nostre foreste muoiono lentamente.

Per il Brasile però l'alternativa è possibile. Il predecessore di Dilma ha ridotto sensibilmente la deforestazione e ha costruito la reputazione internazionale del paese come leader nella difesa dell'ambiente, allo stesso tempo godendo di una fortissima crescita economica. Uniamoci tutti insieme ora che gli indigeni e i leader ambientalisti stanno portando la loro protesta sulle strade e chiediamo a Dilma di andare in quella direzione - firma la petizione per salvare l'Amazzonia, e inoltra questa e-mail a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_amazon_a/?vl

Negli ultimi 3 anni i membri brasiliani di Avaaz hanno fatto passi avanti enormi e hanno portato avanti campagne che vanno verso il mondo che vogliamo: hanno ottenuto una coraggiosa legge anti-corruzione, hanno fatto pressione sul governo per chiedere di giocare un ruolo cruciale all'ONU, proteggere i diritti umani e intervenire in favore della democrazia in Medio Oriente, in Africa e altrove. Ora che coraggiosi attivisti brasiliani sono stati uccisi per avere protetto una preziosa risorsa naturale per tutti noi, uniamoci e costruiamo un movimento internazionale per salvare l'Amazzonia e proclamiamo il Brasile come leader internazionale anche questa volta.

Con speranza,

Emma, Ricken, Alice, Ben, Iain, Laura, Graziela, Luis e tutto il resto del team di Avaaz.

PIU' INFORMAZIONI

Amazzonia, la legge brasiliana che fa discutere:
http://www.ilcambiamento.it/foreste/legge_foresta_amazzonica_brasile.html

Ambientalisti uccisi in Brasile mentre una legge minaccia l'Amazzonia:
http://www.salvaleforeste.it/201106011458/ambientalisti-uccisi-in-brasile-mentre-una-legge-minaccia-lamazzonia.html

Il Brasile adotta un codice forestale "retrogrado" (in inglese):
http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-13544000

La maggioranza dei brasiliani è contraria alle modifiche alle leggi sulla foresta amazzonica (in inglese):
http://news.mongabay.com/2011/0611-amazon_code_poll.html

Amazzonia, la mafia del legno uccide ancora:
http://www.dirittodicritica.com/2011/06/06/amazzonia-brasile-legname-omicidi-21428/

Hanno lottato contro la deforestazione in Amazzonia: uccisi:
http://www.ambienteambienti.com/news/2011/05/news/hanno-lottato-contro-la-deforestazione-in-amazzonia-uccisi-39165.html/comment-page-1

venerdì 5 agosto 2011

SOS Somalia

Cari amici,

Oltre 2000 persone stanno morendo ogni giorno in Somalia, a causa di una carestia che minaccia di far morire di fame 11 milioni di persone. Il conflitto in corso fra il regime di Al-Shabaab in Somalia e la comunità internazionale ha bloccato gli aiuti che potrebbero mettere fine alla carestia. Ma alcuni paesi chiave possono fare da mediatori in un accordo per fermare queste atroci sofferenze. Firma la petizione urgente per una tregua umanitaria e inoltrala a tutti:
In questo momento più di 2000 persone stanno morendo ogni giorno in Somalia, a causa di una carestia che minaccia di far morire di fame 11 milioni di persone. La siccità ha messo questo paese in ginocchio, ma è stato lo sfacelo totale del governo e della diplomazia internazionale a portare allo scoppio della crisi alimentare. Noi ora abbiamo la possibilità di fermare tutto questo.

L'area colpita dalla carestia è governata da Al-Shabaab, un regime islamista legato a gruppi terroristici. L'isolamento e il conflitto fra Al-Shabaab, altri leader locali e la comunità internazionale hanno bloccato gli aiuti e il commercio che avrebbero potuto mettere fine alla carestia. Ma alcuni paesi chiave, inclusi gli Emirati Arabi, ancora commerciano con Al-Shabaab: possono fare da mediatori con il regime per superare questa impasse che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di milioni di persone.

Non possiamo lasciare che la politica della guerra al terrore mieta altre vittime innocenti. E' tempo che la comunità internazionale e Al-Shabaab si accordino immediatamente per portare cibo al popolo somalo. Fra qualche giorno si terrà il vertice del Consiglio di sicurezza dell'ONU: chiediamo che prendano azioni immediate per sostenere i paesi arabi chiave per avviare il dialogo con Al-Shabaab per cooperare e mettere così fine alla carestia e cogliere questa opportunità per una soluzione politica di lungo termine:


http://www.avaaz.org/it/somalia_stop_the_famine_unsc/?vl

Il governo della Somalia è stato distrutto nel 2006 da un'invasione appoggiata dagli Stati Uniti per paura dell'estremismo islamico. Ma questa tattica si è rivelata controproducente. Da allora molti gruppi simili ad Al-Shabaab hanno preso il potere e terrorizzato la Somalia, e la comunità internazionale ha sostenuto un governo corrotto che controlla solo alcune parti della capitale. Le politiche di isolamento, invasione e pressione della guerra al terrore non sono servite ad alcunché, e ora migliaia di somali stanno morendo ogni giorno. E' arrivato il momento di avviare un nuovo approccio.

Gli Stati Uniti si sono già fatti avanti per rispondere alla crisi, allentando le leggi anti-terrorismo che bloccavano gli aiuti alla popolazione somala nella regione di Al-Shabaab. Nel frattempo sembrano esserci numerose incrinature fra i gruppi di miliziani e alcuni leader vogliono far entrare gli aiuti. Ma questo non è abbastanza per rompere il muro che circonda le vittime della carestia. Soltanto una diplomazia internazionale coraggiosa potrà coinvolgere tutte le parti e garantire che gli aiuti raggiungano in sicurezza le centinaia di migliaia di famiglie disperate.

Una delle fonti di reddito principali di Al-Shabaab viene dal taglio degli alberi d'acacia per la produzione di carbone, che viene poi esportato illegalmente agli Emirati Arabi e agli altri Stati del Golfo. Questi paesi potrebbero fare leva sui loro legami economici con Al-Shabaab per giocare un ruolo diplomatico cruciale e garantire l'accesso umanitario alle aree devastate dalla carestia.

E' urgente che la Somalia intraprenda un nuovo percorso: appelliamoci al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per sostenere gli Stati del Golfo a guidare il processo di mediazione per garantire che i somali che oggi stanno morendo sotto i miliziani di Al-Shabaab possano accedere al cibo e alle cure sanitarie per se stessi e per i loro figli affamati. Firma ora e inoltra questa e-mail a tutti:

http://www.avaaz.org/it/somalia_stop_the_famine_unsc/?vl

Insieme i membri di Avaaz hanno fatto sì che aiuti emergenziali fossero consegnati alla Birmania, ad Haiti e al Pakistan dopo lo scoppio di disastri naturali, salvando così migliaia di vite umane. Ora che il mondo guarda le immagini di bambini scheletrici con orrore, possiamo chiedere ai paesi chiave di dimostrare la loro leadership di cui il popolo somalo ha urgente bisogno. Uniamoci e aiutiamo a mettere fine a questa tragedia in Somalia ora.

Con speranza e determinazione,

il team di Avaaz
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FONTI

Somalia, la carestia si espande tra violenze e debolezze del governo
http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2011/08/04/news/somalia_difficolt_negli_aiuti-20035464/

Somalia: la carestia “ammorbidisce” Al-Shabaab. Italia pronta ad aprire un'ambasciata
http://blog.panorama.it/mondo/2011/07/19/somalia-la-carestia-ammorbidisce-al-shabaab-italia-pronta-ad-aprire-unambasciata/

"Somalia come uno tsunami". E la politica apre gli occhi
http://www.avvenire.it/Mondo/somalia+impegno+politica_201108010728440830000.htm

Somalia, Obama: "Si intervenga"
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo1017133.shtml

Perché salvare il Corno d'Africa vuol dire salvare anche noi stessi
http://archiviostorico.corriere.it/2011/luglio/30/Perche_salvare_Corno_Africa_vuol_co_9_110730103.shtml

Somalia: focus sul commercio del carbone (in inglese)
http://www.somaliawatch.org/archiveoct00/001026601.htm

martedì 12 luglio 2011

FREE PRESS TRAVAGLIO!

 
info@:

Avaaz - Sudan, firma la petizione per fermare il massacro


Il Presidente del Sudan al-Bashir, da anni in stato d'accusa per genocidio e omicidio di massa, ha appena lanciato un altro attacco sanguinario contra la sua gente, bombardando interi villaggi e andando porta a porta a massacrare famiglie. Ora è arrivato il momento di dire basta: chiediamo ai nostri leader di arrestare Bashir, di imporre forti sanzioni contro il suo regime e di proteggere il popolo soggiogato del Sudan. 


Sign the petition 
http://www.avaaz.org/it/sudan_enough_is_enough/?vl

La disperazione e il terrore delle donne e dei bambini di Nuba per noi è quasi impossibile da immaginare, come il dramma del Darfur prima di loro. E' un'enorme macchia sulla coscienza del mondo intero che non abbiamo fatto il necessario per fermare il regno del terrore di al-Bashir. Mettiamo fine a quel regno ora, con un grido enorme ai governi per agire.


FONTI
Sudan, genocidio contro il popolo dei Nuba. Decine di esecuzioni e raid sui villaggi
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/15/sudan-genocidio-contro-il-popolo-dei-nuba-decine-di-esecuzioni-e-raid-sui-villaggi/118346/

Sud Sudan, Onu: 2.300 morti per violenze tribali e ribellione
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE76606I20110707

Ex ribelli accusano il Sudan di Bashir di aver bloccato l'accordo per il cessate il fuoco (in inglese)
http://avaaz.org/afp_sudan

Il 9 luglio (dopo oltre due milioni di morti) nasce il Sud Sudan. Viaggio nella nuova capitale Juba
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-04/luglio-oltre-milioni-morti-163913.shtml?uuid=AaKiaFlD

Sudan, Bashir a Bbc: Abyei può essere motivo di conflitto
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE76A03820110711

lunedì 4 luglio 2011

La notte della rete contro la censura

La notte della Rete contro il bavaglio imposto dall’Agcom: appuntamento il 5 luglio a Roma. L'iniziativa promossa per protestare contro la delibera dell'Autorità garante per le Comunicazioni che, in presenza di violazioni del copyright, prevede l'oscuramento dei siti italiani e stranieri. L'evento sarà trasmesso in streaming da ilfattoquotidiano.it
Il popolo della Rete italiano non ci sta più ad accettare supinamente decisioni che passano sopra la sua testa. Il 5 luglio, a Roma, alla Domus Talenti, andrà in scena la “Notte della Rete”, una no-stop che coinvolgerà giornalisti, esperti, netizen, associazioni, esponenti politici contro quello che è stato definito “il bavaglio alla Rete”.
L’iniziativa vede come media-patner ilfattoquotidiano.it che manderà l’evento in streaming dalle 17:30 – il segnale sarà rimandato anche da un network di televisioni locali. Tra i presenti, Peter Gomez, Oliviero Beha, Pippo Civati, Antonio Di Pietro, Dario Fo, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Guilia Innocenzi, Gianfranco Mascia, Roberto Natale, Piotta, Franca Rame, Guido Scorza, Mario Staderini, Benedetto della Vedova. A questi molti altri artisti ed esponenti del mondo del giornalismo, della politica e del mondo di Internet, si stanno aggiungendo nelle ultime ore.

La mobilitazione è cominciata negli scorsi mesi quando Agorà Digitale e altre associazioni hanno denunciato, con l’iniziativa “sito non raggiungibile” i rischi di una delibera Agcom per la libertà della Rete. Con la delibera, l’autorità, in presenza di violazioni al copyright, si arroga il diritto di rimuovere contenuti da siti italiani, o inibire l’accesso ai siti stranieri, in modo arbitrario e senza passare da un giudice. Il provvedimento, pensato per “contrastare la pirateria”, rischia di portare alla “censura” di contenuti (per esempio video) che, pur violando il diritto d’autore, risultano ugualmente di pubblico interesse.

Un nuovo potere che si auto-assegna l’Agcom che ha chiaramente una valenza politica. Alla luce del fatto che il Parlamento non si è mai preannunciato sull’argomento e che l’Autorità per le comunicazioni è solo un organo amministrativo. Dopo che la protesta è cresciuta on e off line anche vari esponenti politici hanno espresso le loro perplessità: per Paolo Gentiloni  del Pd, “l’allarme sulle conclusioni del lavoro di Agcom sul diritto d’autore è giustificato” e i suoi colleghi Vincenzo Vita e Vidmer Mercatali hanno chiesto un’audizione urgente in Senato del presidente dell’Authority Corrado Calabrò. Per Antonio Di Pietro “La tutela del diritto d’autore non autorizza alcuna censura”. Una posizione condivisa anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini: “La protezione del diritto d’autore è fondamentale per una società sempre più basata sulla conoscenza e sulla proprietà intellettuale, ma altrettanto lo è la tutela della piena libertà della Rete”.

Il gruppo di Hacker Anonymus, che si batte per libertà d’informazione, ha rivendicato negli scorsi giorni un attacco informatico al sito Agcom. Ma anche il portale “sito non raggiungibile” ha subito un attacco che ha causato numerosi problemi e, a detta dell’avvocato Fulvio Sarzana, si è rivelato un tentativo di raccogliere i dati di coloro che avevano sottoscritto una petizione contro la delibera (la petizione non era l’unica: una seconda raccolta di firme di Avaaz.org ha raccolto oltre 100mila adesioni).

Dopo le proteste e il montare della mobilitazione contro il bavaglio, l’Autorità ha fatto un piccolo passo indietro, facendo sapere che il 6 luglio, giorno in cui è prevista la discussione della delibera, “non ci sarà nessuna approvazione definitiva” e che il provvedimento “sarà sottoposto ad una discussione pubblica”.

“Agcom risponde a tutto fuorchè agli interessi dei cittadini, ed è abituata a prendere le sue decisioni nell’ombra e sicuramente non si aspettava una mobilitazione così veloce sul web”, attacca Giulia Innocenzi, tra le promotrici della Notte della Rete e coordinatrice italiana di Avaaz.org. “Fonti interne – spiega – ci hanno detto che il sei luglio si pensava di votare la delibera: il fatto che ora si parli di “iniziare una discussione” è sicuramente una prima vittoria del movimento, ma dobbiamo comunque tenere alta la guardia perché potrebbero solo prendere tempo e votarla questa estate mentre gli italiani sono a mare. Noi chiediamo che la delibera va accantonata e basta”.

Secondo gli attivisti non è un caso che questo ultimo tentativo di mettere il bavaglio alla Rete arrivi dopo le amministrative e il referendum dove Internet ha dimostrato tutta la sua capacità di coinvolgere le persone su questioni che li riguardano direttamente e informare i cittadini ormai stufi del “minzo-giornalismo”. “Il potere ha paura di Internet – conclude Innocenzi – e in tutto il mondo stanno cercando di metterle un bavaglio come quello passato in Spagna o la proposta in discussione in Francia che è già stata apripista a riguardo. Sta ai cittadini difendere questo strumento cruciale per il futuro della democrazia. E, su questo, in Italia stiamo dimostrando tutta la nostra forza e la nostra caparbietà. Di sicuro, non ci fermeremo né ci fermeranno”.